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Noi scegliamo la pace. Risposta a Antonio Polito

Roma, 26 marzo 2022

Sabato 26 marzo ho scritto questa lettera durante il viaggio in pullman verso la manifestazione nazionale contro la guerra. L’ho inviata al direttore del Corriere della Sera in risposta all’articolo di Antonio Polito intitolato Quelli che non scelgono. Non è stata pubblicata quindi la socializzo in rete. (M.A.)

 
Ringrazio il Corriere della Sera per l’attenzione che ci dedica. Oggi manifestiamo a Roma con lo striscione “FERMARE LA GUERRA. Né con Putin né con la NATO”.
 
Non è vero però che noi non scegliamo, come sostiene Antonio Polito.
 
La nostra scelta è quella della pace e del no alla guerra, del rifiuto dell’imperialismo occidentale e del nazionalismo russo o ucraino, delle politiche di potenza che usano i popoli come pedine, delle nostalgie zariste di Putin come dell’espansionismo NATO, delle aggressioni militari chiunque ne sia responsabile.
 
Siamo contro Putin e contro la NATO.

La nostra condanna dell’invasione decisa da Putin è stata immediata ma non ci facciamo arruolare da chi negli ultimi trenta anni ha raso al suolo interi paesi.
La NATO non è un’organizzazione umanitaria ma la più potente macchina bellica aggressiva del mondo con un bilancio militare 18 volte superiore alla Russia, guidata da una potenza come gli USA che non rinuncia a un ruolo di dominio unipolare che persegue attraverso il ricorso alla guerra, alla destabilizzazione, alle sanzioni illegali.
Putin sta facendo quello che hanno fatto la NATO e gli USA causando milioni di vittime. Noi eravamo contro allora e oggi. Consideriamo criminale Putin come i governanti occidentali.
 
Lo stesso Polito ammette la cinica strategia.
Le armi servono per ritardare la vittoria di Putin e fargli pagare un prezzo politico per la responsabilità di “migliaia di vittime innocenti”.
Hillary Clinton, due giorni fa in un’intervista a una tv USA, ha detto che l’Ucraina può diventare l’Afghanistan di Putin se continuiamo a finanziare e armare ucraini.
Sarebbe questa la solidarietà?
Si tratta di un inganno verso il popolo ucraino a cui noi non ci prestiamo.
A meno che non si voglia fare la terza guerra mondiale la Nato non può fare la no fly zone invocata da ucraini.
 
La NATO usa un popolo come carne da cannone per proseguire lo scontro con Putin attraverso una guerra per procura?
Si stanno manipolando i sentimenti di solidarietà e umanità verso chi viene aggredito per arruolare le opinioni pubbliche occidentali. È sempre accaduto e sappiamo che è difficile mantenere una posizione che invita a ricercare una soluzione di pace.
 
Per avallare la sua tesi Polito ricorre a una ricostruzione storica segnata dalla rimozione di fatti incontrovertibili.
L’invasione russa è cominciata il 23 febbraio ma il conflitto è iniziato nel 2014 con 14.000 morti.
Nelle settimane che hanno preceduto l’intervento ci sono stati attacchi ucraini contro le repubbliche di Donetsk e Lugansk.
 
In questa guerra ci sono molti torti e non stanno da una sola parte. Se il revascismo nazionalista granderusso è da condannare, non si possono tacere i caratteri inquietanti del nazionalismo ucraino con la riabilitazione del criminale filonazista Bandera e il ruolo dei neonazisti attuali.
 
Da Sergio Romano a Marc Innaro qualsiasi commentatore imparziale ha ricordato che le tensioni hanno come concausa l’espansionismo della NATO verso est.
 
Invece di approfittare di un conflitto aperto da tempo gettando benzina sul fuoco, i governi dei paesi europei e la stessa UE avrebbero dovuto assumere un ruolo di pace e dialogo.
 
Gli accordi di Minsk avevano dimostrato che la via della pace non è impossibile.
Di sicuro un’Europa di pace non si costruisce con le logiche di guerra della NATO.
 
Lavoriamo a un grande movimento pacifista che unisca i popoli dall’Atlantico agli Urali. Le enormi risorse che si stanno destinando al riarmo è meglio usarlo per costruire un futuro condiviso di pace.
Maurizio Acerbo

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