Quelli che deridono o inorridiscono di fronte agli “eccessi” dei Pride dovrebbero riflettere su come, dopo la rivolta di Stonewall del 1969, sono stati un’invenzione politica che ha consentito a minoranze oppresse da secolari discriminazioni di emergere e affermare i propri diritti con una rivoluzione nonviolenta di enorme portata come quella femminista.
All’origine del Pride ci furono la marcia del Christopher Street Gay Liberation Day e la Christopher Street West Parade che si svolsero lo stesso giorno, unendo le organizzazioni gay e lesbiche della costa orientale e occidentale degli USA, per celebrare la rivolta di Stonewall del 1969 a New York. Â
Nella “breve prefazione” a un bel libro ‘Gay Day. The Golden Age Of The Christopher Street Parade‘ lo scrittore della beat generation William S.Burroughs spiegò l’importanza storica delle parate del Pride:
“Chi sostiene che non ci siano stati concreti cambiamenti determinati dalla rivoluzione culturale dovrebbe leggersi questo libro. “Gay” è ormai una parola di uso comune. Diciamolo, non era così cinquant’anni fa, quando io ero un ragazzino. A quei tempi un ispanico era un messicano, un nero era un negro, e un gay era un “fottuto frocio”. L’idea che messicani, negri e froci del cazzo potessero avere qualche diritto era semplicemente ridicola. Sì, certo, la gente sapeva che certe cose accadevano… ho qualche dubbio su Greg e Brad che gestiscono il negozio di antiquariato, ma finché Greg e Brad tengono la bocca chiusa sulla loro relazione, va tutto bene. Sapete come si dice…è un “accordo tra gentiluomini”. Ma quando iniziano a sbatterci le cose in faccia, beh…allora è tutta un’altra storia.
Cosi a un certo punto ci hanno sbattuto la verità in faccia e hanno vinto loro. Tutto ciò che è servito per dare il via al cambiamento, è stata l’affermazione di un intrepido gruppo che ha detto: Non tollereremo più questa merda!
Mi riferisco agli eroi di Stonewall che sono stati i primi ad alzare la bandiera della libertà aprendo la strada alla parata gay che è stata la naturale conseguenza.. Il tempo va sempre avanti … anche la parata gay continua ad avanzare”.
Il mese del Pride è per me un appuntamento come l’8 marzo, il 25 aprile, il Primo Maggio.
Una data nel calendario laico di chi rifiuta ogni forma di oppressione e discriminazione.
Invece di criticare i Pride bisogna prendere esempio dai movimenti lgbtqi+ che hanno dimostrato che si possono abbattere i muri della discriminazione e costruire un sentimento di orgoglio collettivo che incoraggia la lotta per la difesa dei propri diritti.
Ieri al Pride abbiamo raccolto tante firme per il salario minimo a dimostrazione che è solo un luogo comune reazionario quello di destra e rozzobruni che contrappongono diritti civili e sociali (distinzione anche superficiale perché per avere diritti sociali bisogna avere anche diritti civili). L’agitazione di questa contrapposizione da parte della destra è solo strumentale: di certo il governo Meloni attacca i diritti civili e anche quelli sociali.
Per noi di Rifondazione Comunista essere al Pride è naturale. Ci andavamo anche tanti anni fa quando solo noi, i radicali e i socialisti proponevamo unioni civili o leggi contro omofobia mentre il centrosinistra prendeva ordini dal Vaticano.
Per dirla con Mariela Castro EspÃn, il socialismo è un paradigma di emancipazione.
Nessuna lotta di liberazione dovrebbe esserci estranea e tutte dovrebbero essere solidali.
E poi diciamolo che i Pride sono una festa. Come scriveva Foucault nella sua ‘Introduzione alla vita non fascista‘:
“non crediate che si debba esser tristi per essere dei militanti, anche quando la cosa che si combatte è abominevole”.
Leave a Reply
You must be logged in to post a comment.