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Salviamo la ex-Centrale del latte (1932) di Pescara

centrale-latte-pescaraContinua lo stillicidio di demolizioni e ricostruzioni che privano Pescara delle poche sopravvivenze di storia e memoria.

Mi segnalano che uno dei prossimi obiettivi a cadere giù per far posto a un nuovo improbabile intervento edilizio potrebbe essere la ex-centrale del latte in via del Circuito.

  Ringrazio il Comitato Abruzzese del Paesaggio per avermi segnalato che sarebbero già iniziati i lavori di smontaggio degli infissi anche se non ci sono cartelli di cantiere (cosa che sarebbe platealmente illegale).

  

Ho immediatamente telefonato all’assessore all’urbanistica Antonelli e al comandante Maggitti per chiedere di verificare se sia stato comunicato al Comune l’inizio attività.

L’edificio è noto ai più probabilmente per aver ospitato gli uffici di Luciano D’Alfonso e del suo staff (c’era anche un’insegna molto visibile dalla strada).

L’opera progettata da Florestano di Fausto chiamata a funzionare come la “Centrale del Latte” del comprensorio Pescarese venne terminata nel 1932, già funzionante nel ’36, fu di importanza strategica per il nuovo assetto urbanistico della città assieme all’edificio dell’ONMI presente sulla stessa Via del Circuito. I fratelli Giuseppe e Raffaele Staccioli originari di Manoppello (Pe) furono i titolari dell’omonima impresa di costruzioni che ebbe nel periodo incarichi in Libia e in Albania. La centrale del latte nasceva dall’esigenza fascista di celebrare la città che ha dato i natali a Gabriele D’Annunzio e, insieme alle altre costruzioni simboliche quali il Liceo Ginnasio intitolato allo stesso autore, la Casa del Balilla, la Cattedrale di San Cetteo e l’Ospedale Civile, costituisce patrimonio storico, artistico e testimoniale del secolo che, più di tutti, ha caratterizzato la città di Pescara.

Infatti Italia Nostra ha lanciato da tempo un appello alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Abruzzo, per sottoporre a formale tutela l’edificio, ai sensi del Dlgs 42/2004 – Codice dei Beni culturali e del paesaggio.

Si tratta di un immobile di grande pregio risalente al periodo fascista il cui progettista fu un architetto fra i più noti della metà degli anni trenta Florestano Di Fausto, molto apprezzato da Italo Balbo e a cui Mussolini affidò anche il progetto della nuova Predappio. Di Fausto fu architetto di fiducia del Ministero degli Esteri e realizzò opere in Libia, Albania e Dodecanneso.

Dopo la Liberazione fu eletto all’Assemblea Costituente e alla Camera dei deputati per la Democrazia Cristiana per poi passare al partito monarchico.

Capisco che Mascia e Sospiri potrebbero desiderare la scomparsa di uno dei luoghi simbolo del dalfonsismo, ma farei loro presente che Florestano Di Fausto costruì anche la tomba della famiglia Mussolini a S. Cassiano di Predappio.

Raggiungeremmo il massimo del ridicolo se la ex-Centrale del latte fosse abbattuta durante il festival dannunziano.

Confido quindi in un celere ed efficace attivarsi dell’amministrazione per bloccare una eventuale demolizione.

Non sarebbe male se, uscendo dal consueto letargo, i parlamentari pescaresi presentassero un’interrogazione urgente al Ministero per dare una mossa alla Soprintendenza.

Come si può leggere sul sito della Università della California Di Fausto è al centro di una riscoperta degli storici dell’architettura moderna: http://escholarship.org/uc/item/9hm1p6m5#page-1

Chissà cosa penseranno di Pescara e della sua gente quando l’edificio sarà abbattuto?

E’ assolutamente indispensabile che l’amministrazione comunale e la soprintendenza si attivino per scongiurare questo ennesimo abbattimento.

Si dimostra per l’ennesima volta indifferibile la mia proposta di adottare in tempi brevi una VARIANTE DI SALVAGUARDIA DEGLI EDIFICI STORICI E DI PREGIO della città.

 

Maurizio Acerbo, consigliere comunale PRC

 

 

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