FINALMENTEÂ REGOLE CHIARE PER I CENTRI COMMERCIALI:
NIENTE APERTURE DOMENICALI
SENZA RISPETTO DELLA LEGGE !
Rifondazione Comunista si batte da sempre contro il dilagare della grande distribuzione che in Abruzzo ha raggiunto una densità che non ha pari in Italia.
Siamo convinti che tutelare il piccolo commercio sia indispensabile sia per ragioni socioeconomiche che per fermare la desertificazione delle nostre città e dei nostri paesi.
Ma soprattutto riteniamo che vadano tutelati i diritti di migliaia di lavoratori e lavoratrici della grande distribuzione che già vivono le situazioni che Marchionne vuole imporre a Pomigliano.
Per questo mi sono opposto fino all’ultimo all’aumento delle aperture domenicali e festive.
In occasione dell’approvazione a maggio della nuova legge sul commercio che ha portato a 40 + 4 il numero delle aperture domenicali e festive consentite abbiamo imposto all’attenzione le condizioni di sfruttamento dei lavoratori della grande distribuzione.
Con una lunga battaglia ostruzionistica abbiamo ottenuto che nella legge fossero inserite delle norme per contemperare l’aumento delle aperture con i diritti dei lavoratori e la tutela del piccolo commercio.
Purtroppo abbiamo dovuto constatare che i sindaci e i centri commerciali hanno interpretato la legge in maniera molto discutibile.
Le amministrazioni hanno consentito ai centri commerciali di aumentare il numero delle aperture domenicali e festive senza applicare le restanti norme contenute nella nuova legge sul commercio.
La legge infatti prevede che i centri commerciali debbano osservare una giornata di chiusura infrasettimanale per ogni apertura domenicale o festiva, che i dipendenti non possano essere costretti a lavorare più del 50% delle domeniche, che i centri commerciali debbano concertare le aperture con sindacati e organizzazioni di categoria.
Invece si è verificato soltanto l’aumento delle aperture domenicali!
Per porre fine a questa vergogna, insieme al consigliere Antonio Saia del PdCI, abbiamo presentato nella seduta del Consiglio Regionale di martedì scorso una norma di INTERPRETAZIONE AUTENTICA della legge regionale sul commercio.
Dal momento dell’entrata in vigore non sarà più possibile equivocare o interpretare come hanno fatto in queste settimane sindaci e centri commerciali.
Come noto una legge di interpretazione autentica viene approvata dal legislatore, in questo caso il Consiglio Regionale, per scegliere quale, fra le possibili interpretazioni di una o più disposizioni, sia da considerare espressione della voluntas legislatoris.
Come ha ben chiarito da decenni la Corte Costituzionale l’interpretazione autentica è retroattiva, dispiega i suoi effetti ex tunc, dal momento in cui la legge oggetto di interpretazione è entrata in vigore e soprattutto soddisfa un’esigenza di certezza del diritto rendendo impossibile interpretare una norma in maniera diversa.
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La norma di interpretazione autentica approvata martedì è inequivocabile:
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“Il comma 2 dell’articolo 34 è interpretato nel senso che per ogni giornata di deroga dall’obbligo di chiusura domenicale deve corrispondere la concertazione di una corrispondente giornata di chiusura infrasettimanale e che non è consentita la deroga alle chiusure domenicali e festive in caso di mancato adempimento di questo obbligo. Non è consentita la deroga di cui al comma2 così come interpretato dal presente articolo nel caso di mancato rispetto del comma 3 dell’articolo 34â€.
In sintesi non si apre la domenica senza prima aver concordato la chiusura di una corrispondente giornata infrasettimanale e senza aver garantito la turnazione dei dipendenti che non possono lavorare più del 50% delle domeniche e dei giorni festivi.
Questo significa che quasi tutte le ordinanze sindacali emanate in queste settimane sono illegittime e vanno ritirate.
Questa mattina ho illustrato il contenuto della norma interpretativa ai rappresentanti di Cgil, Confcommercio e Confesercenti che ringrazio per aver accolto il mio invito.
Nell’occasione ho invitato le organizzazioni sindacali e di categoria ad attivarsi per far rispettare la legge.
Se i centri commerciali e i sindaci non rispetteranno le regole si potrà facilmente adire le vie legali. E non mancheremo di farlo.      Â
 Maurizio Acerbo, consigliere regionale PRC Abruzzo
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[…] grave il fatto che tale emendamento venga proposto all’interno di una leggina che cancella le tutele per i lavoratori del commercio che d’altronde il governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale e che la Giunta […]