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Karl Marx: Berlusconi

berluscoIl denaro, in quanto possiede la proprietà di

comprar tutto, di appropriarsi di tutti gli

oggetti, è dunque l’ oggetto in senso eminente.

L’universalità della sua proprietà costituisce

l’onnipotenza del suo essere, esso è

considerato, quindi come ente onnipotente…

Il denaro è il mediatore fra il bisogno e l’oggetto, fra la vita e il mezzo di vita

dell’uomo. Ma ciò che media a me la mia vita mi media anche l’esistenza

degli altri uomini. Per me è questo l’altro uomo. (…) Tanto grande è la mia

forza quanto grande è la forza del denaro.

Le proprietà del denaro sono mie, di me suo possessore: le sue proprietà e

forze essenziali. Ciò ch’io sono e posso non è dunque affatto determinato

dalla mia individualità. Io sono brutto, ma posso comprarmi la più bella fra

le donne. Dunque non sono brutto, in quanto l’effetto della bruttezza, il suo

potere scoraggiante, è annullato dal denaro. Io sono, come individuo storpio,

ma il denaro mi dà 24 gambe: non sono dunque storpio. Io sono un uomo

malvagio, infame, senza coscienza, senza ingegno, ma il denaro è onorato,

dunque lo è anche il suo possessore. Il denaro è il più grande dei beni,

dunque il suo possessore è buono: il denaro mi dispensa dalla pena di esser

disonesto, io sono, dunque, considerato onesto; io sono stupido, ma il

denaro è la vera intelligenza di ogni cosa: come potrebbe essere stupido il

suo possessore? Inoltre questo può comprarsi le persone intelligenti, e chi

ha potere sulle persone intelligenti non è egli più intelligente dell’uomo

intelligente? Io, che mediante il denaro posso tutto ciò che un cuore umano

desidera, non possiedo io tutti i poteri umani? Il mio denaro non tramuta

tutte le mie deficienze nel loro contrario? (…) Poichè il denaro, in quanto

concetto esistente e attuale del valore, confonde e scambia tutte le cose, esso

costituisce la generale confusione e inversione di ogni cosa, dunque il

mondo sovvertito, la confusione e inversione di tutte le qualità naturali e

umane. (…)signore del mondo. L’uomo ha cessato di essere schiavo

dell’uomo ed è diventato schiavo della cosa; il capovolgimento dei rapporti

umani è compiuto; la servitù del moderno mondo di trafficanti, la venalità

giunta a perfezione e divenuta universale è più disumana e più comprensiva

della servitù della gleba dell’era feudale; la prostituzione è più immorale,

più bestiale dello ius primae noctis . La dissoluzione dell’umanità in una

massa di atomi isolati, che si respingono a vicenda, è già in sè

l’annientamento di tutti gli interessi corporativi, nazionali e particolari ed è

l’ultimo stadio necessario verso la libera autounificazione dell’umanità.


(K. Marx, Manoscritti economico filosofici del ’44)

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